Faida in Canada: 'Ndrangheta contro Cosa Nostra, 65 morti in 4 anni

Sab, 28/12/2013 - 11:24
Dopo lo spostamento, pilotato dalle multinazionali statunitensi, del baricentro della droga dai cartelli colombiani a quelli messicani è scoppiata una guerra nel crimine italo-americano. Nella faida pare siano coinvolti membri della Siderno Group di Toronto: alcuni schierati con la Sesta famiglia di Cosa Nostra, operante a Montreal, altri con i palermitani del New Jersey affiliati ai Gambino

«A Montreal comandiamo noi», avevano mandato a dire i Rizzuto ai Gambino dopo l'omicidio del calabrese Paul Violi nel 1978, anno dei mondiali in Argentina. I Gambino rimasero in silenzio, sia loro, che i loro affiliati del New Jersey, quegli Inzerillo massacrati agli inizi degli anni 80' dalle belve di Corleone: "Di questi qua - disse Totò Riina - non deve rimanere sulla faccia della terra nemmeno il seme".
Ma dalla metà degli anni '90 in poi, facendo leva sulla “grande”  storia tra Ntoni Macrì e Michele Greco,  venne siglato un nuovo accordo tra la famiglia regina di  Cosa Nostra operante a New York e quella Siderno Group di Toronto, referente principale dei cartelli colombiani della droga. La Siderno Group pretendeva un ruolo di primo piano nel riciclaggio dei soldi illeciti attraverso la distribuzione alimentare in mano all'Italian Food distribution di Frank Calì (Gambino), i “palermitani”  di liberarsi dall'arcaicità violenta dei Corleonesi. E così è stato. Insieme questo sodalizio ha riscoperto l'America. Ma lo spostamento del baricentro dei narcotraffico, (pilotato come sempre da alcune multinazionali statunitensi che giocano sempre sul sicuro a carte e con la galera e i morti degli altri - American Taste di Gioacchino Criaco, Rubbettino editoe) dalla Colombia al Messico ha azzerato le leadership. Bisognava ricominciare daccapo. E quando si ricomincia gli esiti della contesa sono del tutto imprevedibili. Poteva scoppiare la pace, ma è scoppiata la guerra.
65 morti in 5 anni e, soprattutto, un'indiscrezione, pesante. Un frangia di 'ndranghestisti avrebbe lasciato la casa madre per sposarsi ai Rizzuto. Stiamo parlando non solo di una faida tra  i Gambino  di New York e i Rizzuto di Montreal, ma anche di Siderno Group contro Siderno Group, fratelli di latte contro fratelli di latte. Se l'indiscrezione venisse confermata saremmo di fronte - potenzialmente - alla più grande guerra del crimine italo-americano di tutti i tempi, che interesserà, a livello di campo di battaglia, anche alcuni importanti comuni della Locride.
Venerdì scorso è morto in ospedale all'età di 67 anni Vito Rizzuto. Il boss di Montreal si è portato nella bara la sua missione vendicativa e molti segreti.
A questo punto, prima di leggere i fatti di cronaca che andranno a verificarsi nei mesi prossimi, un po' di storia è utile soprattutto ai tanti lettori della Locride appassionati di crime story.

Nel ristorante Forza Italia di Acapulco

 Calzoni in cotone e camicia sgargiante, il capello brizzolato faceva da sfondo ad una abbronzatura appena dorata, così viveva da qualche tempo Moreno Gallo. Acapulco è sempre Acapulco, è il Messico che fa gola alla "beu vie". Nel ristorante "Forza Italia" in pochi sapevano che seduto al tavolo 8 c'era un padrino, uno di quelli all'antica, uno di quelli che rispettano le regole della malavita. Ma forse Moreno Gallo quelle regole che per una vita ha osservato le aveva da poco disattese, ecco perchè alle 21.25 dell'11 novembre, sotto i 29 gradi dell'Acapulco che conta, un uomo vestito di nero ha scaricato 8 colpi di pistola contro il boss della mala in Canada. Ammazzato tra un'astice e un Cuba libre, Moreno Gallo è caduto a terra in modo pesante, si portava sulla spalle la responsabilità di qualche grosso sgarro. Lui, che era partito da Rovito nel cosentino quando era ancora in fasce, aveva scalato la gerarchia criminale al fianco di Niccolò Rizzuto, il grande padre della "Sesta famiglia" della mafia americana. Eppure qualcuno lo ha fatto fuori in modo inaspettato, in Messico nella terra del Sole. Questa è una storia che comincia dalla fine, dall'omicidio di Moreno Gallo. Il suo delitto è di diritto scolpito nella guerra che da tre anni fa scorrere il sangue all'interno delle potenti consorterie criminali canadesi. Una faida tutta da decifrare ma che sta facendo rumore, tanto rumore da superare gli immensi confini dell'Oceano.
C'è un filo conduttore tra il delitto di Moreno Gallo e il duplice omicidio di Palermo di un anno fa in cui morirono Juan Fernandez Paz e Fernando Pimentel. Dietro tutte queste esecuzioni c'è, quasi sicuramente, la mano della famiglia Rizzuto, una famiglia tradita e in cerca di vendetta, ma soprattutto non disposta a cedere la mano a nuovi assetti malavitosi. E in questo contesto poteva mancare la 'ndrangheta? Potevano forse rimanere fuori dalla corsa al potere gli uomini vicinissimi alle più potenti famiglie calabresi? Certo che no.
Ma non ci sono solo loro dietro la guerra del Canada. C'è anche una fazione, costola dei Rizzuto, guidata da uno spietato killer e uomo di malavita: Raynald Desjardin Fernandez Paz, freddato a Palermo aveva preferito non schierarsi tra le due fazioni in lotta, costituite dalla vecchia guardia con al vertice il boss Vito Rizzato (deceduto lo scorso venerdì in ospedale per complicazioni polmonari), e da uno schieramento ribelle guidato da Raynald Desjardin, al quale il Fernandez era ritenuto molto vicino. Nel corso di un'intercettazione ambientale, Fernandez riferiva infatti di essere stato formalmente affiliato alla famiglia di Cosa Nostra canadese insieme al Desjardin nel corso di una cerimonia officiata da Vito Rizzuto. Il vecchio padrino aveva contravvenuto alla regola che prevede l'affiliazione soltanto a esponenti di origine italiana, ritenendo elementi molto validi tanto Fernandez, di origine spagnola, quanto Desjardin, della regione francofona canadese del Quebec.
La linea "attendista" di Fernandez Paz, però, non è stata pagante. Anche perché, secondo i carabinieri, dalla Sicilia continuava a dirigere la "decina" della famiglia operante a Toronto.

Chi ha ucciso Sam Calautti?

 E i calabresi? I calabresi si sono uniti alla ribellione di Desjardin, o meglio hanno approfittato del fatto che i Rizzuto si siano indeboliti, o almeno così è sembrato. Allora hanno cercato di regolare vecchi conti in sospeso, su tutti il controllo del settore del gioco d'azzardo che a Montreal era sotto l'ala di Nick Rizzuto. Morto un papa però se ne fa sempre un altro e dopo l'omicidio del padrino Niccolò Rizzuto il figlio Vito ha aspettato e reagito. L'omicidio di Sam Calautti è il passo eccellente che ha fatto segnare la scesa in campo definitiva della costola calabrese in Canada. Sam Calautti era uomo di strada, proprietario del ristorante "Cinquelire", sarebbe stato ammazzato dagli uomini di Vito Rizzuto, ucciso perchè forse coinvolto nel delitto di Nick Rizzuto ma soprattutto ucciso per lanciare un segnale ai calabresi che volevano fare le scarpe alla "Sesta Famiglia". Già perchè alcuni uomini storicamente vicini alla 'ndrangheta sono da sempre al fianco dei Rizzuto, Moreno Gallo, il cosentino di Rovito, era uno di questi. C'è invece una fazione di gente di Calabria che dei Rizzuto si è stancata e sta provando a mettere da parte il passato. Forse, sussurra qualcuno, Moreno Gallo sarebbe stato ucciso proprio perchè era passato dalla parte dei Rizzuto a quella dei calabresi pronti alla scalata al potere. O forse era stato Gallo a mettere la parola fine alla vita di Sam Calautti e altri uomini affiliati alla 'ndrangheta canadese. Montreal e Toronto sono al centro di una guerra di potere e business. Ma oltre al gioco d'azzardo quali sono gli interessi in gioco? C'è un altro settore che l'Fbi, insieme alle "Giubbe rosse" e alle forze dell'ordine italiane stanno monitorando da tempo, è quello della grande distribuzione alimentare, un settore che secondo fonti investigative è il principale mezzo di riciclaggio delle cosche oltre Oceano. Ristoranti e catene di negozi a marchio italiano, è questo il business in cui investirebbero le famiglie italo-americane per reinvestire i capitali illeciti. Poi naturalmente ci sono le imprese di costruzione in mano alle famiglie calabresi, ma ci sono anche i soldi che dalla Locride arrivano direttamente in Canada, come dimostrerebbe proprio una delle intercettazioni che qualche tempo fa i magistrati della Dda di Reggio Calabria si sono trovati ad ascoltare, infatti per come emerso da alcune telefonate, sarebbero proprio soggetti residenti negli Stati Uniti, ma di chiara origine calabrese, a gestire alcuni flussi di denaro e reimpiegarli per conto dei boss. La presenza della 'ndrangheta è dunque ingombrante tanto a Montreal quanto a Toronto, è per questo che gli investigatori iniziano a sospettare che dietro la guerra di mafia che da due anni insanguina le vie del Canada ci siano anche le famiglie calabresi che tentano di entrare in modo dominante nel mercato del riciclaggio. E che gli uomini dei clan siano da sempre al vertice criminale d'oltre Oceano lo dimostrano varie inchieste, su tutte l'operazione "Colosseo", che nel 2006 inchiodò i boss della mala canadese e i trafficanti reggini. Nelle carte delle "Giubbe rosse" emerse la figura di Francesco Arcadi, originario della Locride e per lungo tempo al fianco del vecchio boss Nick Rizzuto. E proprio una costola della 'ndrangheta, storicamente al fianco della "Sesta famiglia", potrebbe adesso guidare la guerra intestina dentro il gruppo che per trent'anni ha dominato Montreal.
Tanti gli omicidi eccellenti ma soprattutto tanti i business che dalla mano dei Rizzuto sono passati a quella dei calabresi del Quebec.
Il ponte ideale tra la Calabria e il Canada è sostenuto poi dai contatti, dalle intercettazioni che quasi casualmente le forze dell'ordine si sono trovate ad ascoltare. «Se tutto va bene farò il ponte di Messina ma prima bisogna accontentare sia la mafia che la 'ndrangheta», diceva nel 2004 l'ingegnere Giuseppe Zappia che diceva di avere pronti 5 miliardi di euro per la costruzione del ponte sullo Stretto. «Guardate compare - diceva invece l'anziano boss della 'ndrangheta intercettato poco tempo fa con un parente in America - sono successe cose gravi, che adesso se voi volete li portate tutti intorno ad un tavolo e andiamo avanti».

Autore: 
Jim Bruzzese
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