Il Regno Unito d’Italia (tutta un’altra storia…)

Gio, 04/07/2019 - 18:40

Questo il titolo del libro di Gianluigi De Marchi e Francesco Femia (Guida editori) presentato venerdì 28 giugno, nel bookstore Mondadori di Siderno. A conversare con Femia e moderare gli interventi dell’attento pubblico presente, tra i quali studiosi del Risorgimento Italiano, Maria Teresa D’Agostino. Il libro, che non vuole essere un trattato storico, si sviluppa in una prima parte un po’ romanzata ma fedele agli avvenimenti storici che hanno portato all’Unità d’Italia, passando poi nella seconda parte ad un revisionismo diverso dei fatti, pensando a come sarebbero andate le cose se a vincere la battaglia al Volturno non fosse stato Garibaldi ma i Borbone. Come dire, due ruote meccaniche che si incastrano. La retorica della storia, da un lato, dove i Savoia liberano dalla miseria gli italiani, assoggettati dallo straniero, per l’unione in un unico stato. Dall’altra s’ipotizza una storia diversa, immaginando come sarebbero andate le cose se l’unità d’Italia fosse stata realizzata dal Re di Napoli. Il ragionamento ideale peraltro si attacca all’analisi statistica del primo censimento ufficiale fatto in Italia nel 1861. Una fotografia dell’Italia appena nata, certo povera e analfabetizzata, ma con un Sud a parametri economici positivi rispetto ai vari stati del Nord. Da questi elementi e da altri riportati nelle 60 pagine censuarie, l’ipotesi realistica che avrebbe consentito uno sviluppo Italiano diverso. Una prospettazione fantastica, delle tre aree geografiche, nord, centro e Sud, di una società non separatista ma unitaria, non come oggi si va apprestando con le autonomie regionali. Forse poteva andare diversamente per i presupposti e le specificità del sud, che fu lasciato solo nel nuovo corso della storia, a patire brigantaggio ed emigrazione, con promesse disattese, che fu l’inizio della “questione meridionale”. Un libro esemplare, non antiunitario, che sciorina eventi storici e personaggi in modo diverso ed invita alla riflessione.

Pepè Napoli

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