L’onda rock degli EVA

Dom, 12/04/2015 - 14:55
Il carismatico, il professore, il marzapane, il motore funky e la rugiada: le cinque anime della giovanissima band sidernese

Un acronimo facile da mandare a memoria che nasconde un nome lungo e un po' inquietante: Evil victims arise. 

Giovanissima band “rocchettara” composta da diverse anime, quale più filosofica, quale più pratica, quale più estroversa. Ognuna con un suo particolare spirito musicale e con differenti gusti e attitudini. 
Si fondono perfettamente i cinque ragazzi che hanno messo al mondo “Eva”. 
Giovani, postmoderni, provenienti dal mondo degli anni Novanta, che per i quarantenni sono stati “la fine della civiltà”. 
Ecco gli EVA: Antonio Strangio (voce e testi), Giancarlo Figliomeni (chitarra), Domenico Catalano (basso), Marco Arpaia (chitarra e voce), Alex Carè (percussioni). Il più giovane è Domenico, appena 19 anni, Antonio ne ha 26 ed è il più grande e più pronto a fare da frontman. 
In queste settimane hanno lanciato un EP (Extended play, più corto di un normale LP) dal titolo “Fly back home” totalmente autoprodotto e dato in omaggio a parenti, amici e appassionati. Cinque brani registrati a Natale che sono stati poi caricati su You Tube, Sound Cloud e altri social, in modo totalmente gratuito. 
“Fly back home” è un disco apripista per un altro CD che verrà rilasciato in estate e in cui probabilmente rientreranno anche queste cinque tracce. 
La più popolare è “Second chance”, una ballata molto semplice, apprezzata anche da chi non conosce l'easycore, un genere moderno, frutto di numerose mescolanze, con inclinazione al metallo. 
Ma è  “Miles and counting” il loro marchio di fabbrica e il brano che i cinque sentono più rappresentativo. 
Maturi nonostante la giovane età, capaci di impegno quotidiano, in grado di gettare sul tavolo temi centrali del dibattito sull'estetica contemporanea, dentro i loro cuori brucia il sacro fuoco della passione. Proprio quello. 
Si sentono una famiglia, scherzano come solo i giovani riescono a fare, ma ad un tratto diventano cogitabondi e riflessivi. Parlano senza altezzosità, con la consapevolezza che c'è sempre “quello più bravo di te”, e con l'onestà che viene da lunghe ore di lavoro in sala prove. 
Si prendono un po' sul serio, un po' con umorismo, allargando il cuore di tenerezza. 
Antonio è carismatico, autore di testi e musica, amante di Palahniuk e Nick Hornby (“non riuscirei a scrivere un testo da belcanto”); Marco l'abbiamo etichettato come “il Professore”, un po' esteta, un po' filosofo; Alex è fatto con il marzapane; Domenico è il motore funky, amante dei Red Hot Chili Peppers, mentre Giancarlo è riservato, capace di cogliere “la rugiada illuminata dai raggi del tramonto”.  
Molte anime ma un solo desiderio: quello di far rivivere la musica rock nella nostra zona. 
“Negli anni Novanta la Locride era molto attiva musicalmente, ora si è spenta. Dopo sette anni di studio e lavoro a Milano, venendo qui ci rendiamo conto che non ci sono possibilità di suonare per i molti piccoli gruppi che cercano di riportare in auge l'onda rock -dicono. “Si può fare, non si può vivere solo di tarantella e musica folk. Ma non ci sono gli spazi adeguati. Il pubblico non è abituato a diverse sonorità e i locali non si riempiono. Perché non permettere ai tanti ragazzini di tredici-quattordici anni di ascoltare musica rock dal vivo? Non facciamo passare come buona l'idea che si debba andare a studiare fuori per avere la possibilità di andare a concerti “fighi”. Qui bisogna sperare che la Pro Loco faccia una notte bianca o la scuola media una mostra d'arte. I locali vanno sul sicuro con le cover-band, ma non basta certo la musica mutuata dai talent, che a tavolino costruiscono personaggi musicali (non musicisti) solo per vendere dischi”. 
Gli EVA hanno riscosso il loro primo importante successo con una serata al Blue Dahlia che ha registrato un afflusso di centinaia di persone. “Suonare al Blue Dahlia significa essere riconosciuti come musicisti di valore e capacità. Ci hanno molto aiutato anche Guido Tassone e Giuseppe Novella ”.  
La musica è uno strumento espressivo, di crescita e di confronto. Esprimersi significa comprendere se stessi. Nei giovani è un meccanismo che va attivato con l'educazione all'ascolto. In un mondo in cui la musica è quella delle suonerie dei cellulari, gli EVA appaiono decisamente controcorrente. 
“Bisogna avere qualcosa da dire e dirlo con qualità, perché alla fine ripaga”. 

am I dreaming?
I see you smiling while you kiss me
Tired of leaving
everything I want walked out
eyes are closing
I never want to wake up again
Miles and counting
far enough so you can miss me

Autore: 
Lidia Zitara
Rubrica: 

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