La replica di Cavo e Mammoliti sulla questione Ac Locri

Lun, 05/08/2013 - 00:58
Riceviamo e pubblichiamo

Egregio Direttore,

le improvvide e, per certi aspetti, intimidatorie dichiarazioni rilasciate ieri dal sindaco di Locri e pubblicate doverosamente dal Suo giornale impongono di chiarire all'opinione pubblica alcuni rilevanti aspetti.

 

Quanto alla mancata iscrizione al competente campionato dell'Associazione Calcio Locri 1909 deve evidenziarsi come il sindaco non conosca molte cose di Locri e, nel caso specifico, del ruolo che hanno avuto gli amministratori comunali per aiutare il calcio locrese. Per restare a quanto fatto dalle amministrazioni cui abbiamo partecipato, possiamo dire che nell'anno 2000, quando eravamo entrambi assessori comunali, in un momento di difficoltà del sodalizio sportivo, dopo aver convocato una riunione pubblica per rifondare e rilanciare il gruppo dirigente, abbiamo personalmente contribuito, così come altri amministratori dell'epoca, versando entrambi una somma di lire due milioni e 500 mila ciascuno, regolarmente registrata, per l'acquisto di quote societarie, immediatamente regalate ad altri soci (per non parlare dei diversi abbonamenti acquistati e regalati). Nell'altra esperienza amministrativa che riguarda invece solo l'odierno capogruppo consiliare  (cioè quella del periodo 2011/2012) l'amministrazione guidata dal Sindaco Lombardo, ricevute le dimissioni del Presidente del sodalizio sportivo, ha immediatamente organizzato più incontri pubblici nei quali si è cercato, con trasparenza, di coinvolgere i cittadini per risolvere la crisi societaria poi fortunatamente rientrata. Nell'occasione, oltre ad aver informato la cittadinanza mediante l'affissione di manifesti, è stato nominato un commissario e si è riusciti ad ottenere dagli organi calcistici regionali una proroga dei termini d'iscrizione che ha consentito di guadagnare tempo e risolvere la crisi societaria poi effettivamente rientrata. Questa volta, invece, si è appreso solo per vie traverse ciò che il sindaco conosceva dal 12 luglio (con 16 e non due giorni a disposizione per affrontare la crisi) ma che si è guardato dal comunicare.

Al di là dell'impegno economico sostenuto negli anni dai singoli amministratori comunali, la cui entità può al momento solo servire ad alimentare confusione, non può non rilevarsi come, pur non volendo considerare prioritaria la vicenda del Locri-calcio rispetto alle tante emergenze della Città, certamente l'Amministrazione comunale avrebbe dovuto rendersi promotrice della trattazione del problema, anche senza impegnarsi economicamente, ma rendendo quantomeno pubblica la vicenda.

 

Quanto, invece, alle considerazioni personali rese a margine della risposta ad una interrogazione consiliare riteniamo doveroso denunciare il tratto delirante e intimidatorio che esse contengono. Stupisce, intanto, che ogni volta che si tocchi qualche nervo evidentemente scoperto il Calabrese ritenga di subire attacchi personali e privati, mentre a parti invertite le sue sono semplici osservazioni o critiche politiche. In realtà, trattando l'interrogazione consiliare di atti amministrativi che riguardano la collettività tutta, non si capisce quale attacco personale sia stato sferrato. In merito, invece, alla risposta fornita all'interrogazione medesima deve rilevarsi come nessun aspetto di quelli richiesti sia stato chiarito: ma di ciò sarà interessato il Consiglio comunale che è la sede naturale, più di un giornale, per affrontare il problema.

Di rilievo ben diverso sono, invece, le farneticanti affermazioni circa "pagamenti non dovuti  di incarichi professionali, terreni pubblici usucapiti e rivenduti, espropri milionari di terreni, tributi comunali mai pagati, tributi comunali cancellati, incarichi professionali a colleghi di studio, consulenze, viaggi e prestazioni in progetti comunitari" che dimostrano la difficoltà del Calabrese a reggere il confronto politico. Per il tenore evidentemente diffamatorio saremo costretti ad agire per ristabilire la dignità dei sottoscritti che è stata da esse irrimediabilmente lesa per aver ingenerato nel lettore il dubbio che quanto affermato possa corrispondere a verità. Il Calabrese più che minacciare inedite rivelazioni ha l'obbligo giuridico, prima che morale, di denunciare ciò che di illegale conosce. Noi speriamo che lo faccia immediatamente in modo che venga fatta chiarezza su quanto affermato. Da parte nostra possiamo ribadire che la nostra attività politica non subirà alcuna limitazione nonostante le larvate minacce del Calabrese che probabilmente non ha fatto i conti con chi in realtà può camminare a testa alta per non avere mai sfruttato il ruolo ricoperto per interessi privati e per aver sempre agito con assoluta lealtà verso la collettività.

 

Antonio Cavo e Giuseppe Mammoliti

consiglieri comunali del gruppo "Impegno e Trasparenza - P.D."

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