Oliverio, costruiamo insieme un progetto per la Locride

Dom, 09/11/2014 - 14:59
La Calabria attualmente è retta da imprenditori che hanno dai 45 ai 60 anni e che sono pronti ad andarsene, io per primo, perché un’altra legislatura come quella di Scopelliti o di Loiero non la potrei sopportare

Nicola Capogreco, imprenditore nel settore della ristorazione collettiva, è da vent’anni a capo di un gruppo che opera in Calabria e Toscana, con un fatturato annuo di 12 milioni di euro, 300 dipendenti, di cui 100 in Calabria. All’indomani del delitto Fortugno, decide di impegnarsi fortemente nella Locride, sua terra di origine e, insieme alla moglie, dà avvio a una complessa e attenta ristrutturazione di un vecchio borgo contadino, di proprietà della sua famiglia da secoli, restituendolo allo stato originario e trasformandolo in una location d’eccellenza per eventi. Il restauro della tenuta, affrontato interamente con fondi personali, rappresenta oggi un esempio di recupero culturale ed economico riconosciuto in tutta la Regione ed apprezzato anche fuori dai confini regionali per via degli eventi che si svolgono e che vedono la partecipazione di illustri ospiti del mondo culturale, artistico ed economico, provenienti da tutta Italia.
Spinto dal desiderio di contribuire alla crescita di un territorio particolare come quello della Locride, nel 2005 dona al Comune di Locri una vasta area della sua proprietà da destinare alla costruzione di un teatro da 3500 posti, convinto che la crescita culturale sia l’unico modo per avviare un processo di riqualificazione ambientale e sociale.
Perché Capogreco punta su Oliverio?
Oliverio può mettere a disposizione la sua esperienza per un importante miglioramento. Ha dato segnali di buona amministrazione alla provincia di Cosenza. Oliverio, a mio avviso, è il candidato che meglio sintetizza la voglia di rinascita della Calabria.
Una sua caratteristica importante?
Oliverio è una persona molto concreta e una sua caratteristica fondamentale è che è capace di dire dei NO.
Per quanto riguarda la macchina burocratica che è un problema serio, ci sarà un’inversione di tendenza con Oliverio?
Ci dovrà essere per forza e sarà l’impresa più difficile.
Lei da imprenditore cosa spera possa cambiare con Oliverio?
Io ho un’attività, anche di elevato livello, però rischio di rimanere solo perché non c’è rete, non c’è un sistema. Mi spiego meglio. Io fungo anche da tour operator perché molti degli ospiti degli eventi che organizzo provengono da fuori e ogni anno garantisco agli alberghi della Locride 700-800 presenze, alberghi che però, purtroppo, molto spesso mi fanno fare delle gran figuracce. Se vogliamo realizzare dei progetti importanti dobbiamo metterci in testa che dobbiamo farlo tutti insieme. L’imprenditore deve avere delle garanzie. Quello che io chiederò ad Oliverio sarà di impegnarsi a stimolare i comuni al “bello”. Nell’assegnazione dei contributi premiali della Regione ai Comuni si dovrà tenere conto di chi fa la differenziata, di chi utilizza i depuratori, ma non per punire chi non si è adeguato alle nuove normative, ma per stimolarlo a farlo. Io chiederò a Oliverio non una politica vecchia con finanziamenti a pioggia ma un progetto funzionale alla Locride in cui siano coinvolti tutti: i sindaci, gli amministratori comunali, tutti dovranno fare la loro parte. Bisogna partire dai beni culturali – secondo il Censis siamo la regione d’Europa con il più ricco patrimonio culturale ma non lo sfruttiamo e non lo facciamo conoscere – e poi migliorare le infrastrutture, perché solo se la Locride è bella i privati vi investiranno.
Quindi, la sua proposta è quella di legare la salvaguardia dei beni culturali allo sviluppo?
Esatto. Se i beni culturali vengono ben valorizzati e resi fruibili, possono tranquillamente fare da traino allo sviluppo.
Sembra che attualmente il politico calabrese senta di avere come obbligo quello di rispondere di trasparenza e legalità al prefetto, non di pensare a un progetto che porti alla crescita economica che avrebbe come ovvia conseguenza l’occupazione…
Prima c’era l’alibi della ‘ndrangheta, ora c’è l’alibi della legalità. Prima si aveva paura della ‘ndrangheta ora della legalità. E se si ha paura non è possibile realizzare alcun cambiamento.
Ci sono le risorse umane, figure manageriali capaci, nella Locride per realizzare questo cambiamento?
Molti professionisti se ne sono andati fuori perché qui non trovano le condizioni per restare. Se io sono un professionista e devo stare al gioco del politico di turno preferisco andarmene. Le faccio un esempio: io sono un imprenditore e la mia azienda fattura 12 milioni di euro l’anno, più di 10 in Toscana e il resto in Calabria. Com’è possibile che io vada bene per la Toscana e non funzioni in Calabria? Qui è necessario un progetto che innanzitutto procuri l’utenza, salvaguardi la legalità e la trasparenza nelle gare d’appalto, altrimenti imprenditori e professionisti scapperanno. La Calabria attualmente è retta da imprenditori che hanno dai 45 ai 60 anni e che sono pronti ad andarsene, io per primo, perché un’altra legislatura come quella di Scopelliti o di Loiero non la potrei sopportare. Se prima speravamo nei passaggi generazionali oggi in Calabria questo è impossibile. Oltre a pensare di fare nuove imprese bisogna cercare di tenerci quelle che ci sono. Io ho puntato su Oliviero come ultima chiamata, se non ci sarà la svolta sarò costretto a lasciare la Calabria.

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