Rosa di Damasco

Lun, 20/05/2019 - 19:00
I frutti dimenticati

Di solito il nome della rosa si collega a un mondo raffinato, aristocratico e mai a un mondo contadino ritenuto rozzo, incivile e senza gusto, che mira semmai all’essenziale.
Si resta perplessi quando invece si scopre che il simbolo della raffinatezza, rappresentato nel caso dalla Rosa Damascena, dapprima è stato individuato a Ferruzzano, dove c’era il culto della Rosa Ddombeschina, ossia della Rosa di Damasco, da parte di rozzi contadini, benestanti o poveri.
Mi ricordo che accanto a ogni pozzo in campagna c’era un cespo della Rosa di Damasco, curato con amore estremo, da cui le rose non venivano mai recise, ma restavano al loro posto ad appassire in quanto si aveva quasi timore a profanare un simbolo della bellezza e mi ricordo la cura con cui una mia zia dedicava alla pianta della Rosa di Damasco piantata accanto al pozzo; essa veniva potata e ripulita prima di ogni altra pianta.
Sto tentando di fare una ricerca sulle rose antiche su indicazione di Antonio Elia della provincia di Crotone che vuole dimostrare che la rosa antica più diffusa al mondo e che rappresenta il simbolo della Valle di Kazanlak in Bulgaria, dove viene coltivata per estrarne l’essenza, sia da tempo immemorabile presente in Calabria.
Infatti ho iniziato con la signora Ilaria Campisi di Caulonia per verificare se nella sua antica dimora di Focà di Caulonia esistano rose antiche; ha risposto che esistevano diverse varietà, però un incendio anni addietro ha devastato il giardino, per cui gli antichi rosai sono scomparsi.
Comunque si sta attivando per sensibilizzare un numero elevato di persone per individuare e salvare le piante delle rose antiche del suo territorio, spinta anche da una grande curiosità; tra quelle individuate c’è anche la Damascena.
Ha saputo che una signora, particolarmente interessata alle rose ha salvato in extremis la Rosa di Maggio di Caulonia, quando anni addietro, una delle tre fiumare del territorio, forse l’Allaro, aveva eroso i margini di un campo dove sopravviveva abbandonato da molte decine di anni un cespo enorme di Rosa di Maggio appunto e lei di essa aveva tagliato solo un pezzettino, in quanto la pianta era immersa in un groviglio di rami di altre piante e miracolosamente da esso, è rinata la varietà; ora fa bella mostra di sé nella parte migliore del suo giardino.
Ho scoperto che la baronessa Marincola di Stalettì avesse piantato delle rose antiche nel giardino della sua dimora quasi un centinaio di anni addietro e sono venuto a conoscenza di questo, grazie alle foto offerte in visione dal suo nipote Giovanni Gatti di Copanello; una foto rappresenta una rosa simile alla Damascena e probabilmente lo è.
A Ferruzzano la persona che ha salvato con amore tre varietà di rose antiche è Celestina Siciliano che racconta che nell’immediato dopoguerra la sua famiglia comprò la casa di un’altra famiglia emigrata in America con l’orto, dove c’erano delle rose antiche ed ella era stata capace di individuarle grazie alla fragranza di alcune; infatti quelle selezionate come antiche erano molto profumate, mentre le altre, compresa una rosa Tea non emanava nessuna fragranza.
Trasferitesi a Ferruzzano Marina ella si portò prima delle altre, le rose antiche, tra cui la preziosa Rosa di Damasco che richiama da sempre la città più antica del Mediterraneo, martirizzata da circa sette anni da una terribile guerra civile che ha praticamente distrutto la Siria.
In particolare la Rosa di Damasco emana un intenso profumo che si espande attorno e per questo motivo è molto utilizzata per estrarre l’essenza di rosa in Bulgaria e in tante altre aree del mondo
Essa è riconoscibile per l’aspetto a forma di calice ed anche per il numero elevato di petali di cui è dotata ed anche per questo motivo era chiamata la rosa dalle cento foglie ossia dai cento petali e quando si apre al centro di essa permane il colore rosa intenso che sfuma gradualmente nei petali esterni.
Le sue infiorescenze si articolano in racemi dove al centro spicca una rosa che fiorisce per prima e poi a distanza regolare sono situati dei boccioli che si apriranno successivamente.
Forse è stata selezionata alcune migliaia di anni prima di Cristo ed è stato sempre il simbolo della bellezza presso gli egiziani, i persiani e poi i greci e i romani, che adoravano, i ricchi naturalmente, immergersi in bagni dove nell’acqua tiepida erano immersi migliaia di petali di rose.
Nel XII secolo dalla città di Damasco in Siria fu portata in Bulgaria dove viene coltivata intensamente e dai petali delle sue rose, raccolte tra maggio e giugno dalle quattro alle nove del mattino, viene prodotta l’essenza di rosa più preziosa al mondo.

Autore: 
Orlando Sculli
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