La tempesta ha vinto.
Gli angeli hanno bucato le ombre, consentendo il passaggio. Lassù, ora, quattro amici stanno insieme, come sempre e da qualche parte, nella quiete, oltre il Tropico del Capricorno, l’Orsa Maggiore, la debolezza, i patimenti, la malattia e la vecchiaia. Si godranno l’eternità e, tra cent’anni, ovvero domani, sarà tutto più spiegabile in quell’universo senza distanze, né orologi. Mentre lo strazio e il calvario, qua sotto, stanno sconquassando le famiglie e le comunità, Giuseppe sorride. Lui aveva un sorriso timido che non lasciava indifferenti e sprigionava bellezza dentro e attorno, migliorando i momenti degli altri.
Luigi, invece, che piaceva a tutti, al ricco e al povero, rimaneva ragazzo con alcuni e diventava maturo, in modo repentino e con educazione, con altri. Luigi sapeva stare al mondo come pochi, e saprà stare nell’universo.
Gabriele, con quella faccia da baci e la gioia nelle vene per ogni stupida serata o inutile pomeriggio senza pretese: la vita è bella se dà gioia e baci, latte e amore.
Napoleone, un nome pesante, come il mio, diciamo. Ma a differenza di Napoleone ho avuto la fortuna che mio nonno Ercole, seppur in un incidente stradale, sia morto prima di me. I nonni devono morire prima dei nipoti. Ti prego, Napoleone, insisti con il padreterno sulla cosa giusta. Tu, al contrario dei sorrisi di Giuseppe, dell’altruismo di Luigi e dei baci di tuo fratello, da pochi giorni fratello maggiore non solo di Gabriele, ma di noi tutti, fai in modo che nel nostro piccolo e sopravvalutato mondo non ci siano cose sbagliate.
Platì, con quel suo nobile silenzio degli innocenti; Platì, un atollo di dignità nell’universo. Pasquale e Francesco, padre e figlio, fratelli di Giuseppe, Luigi, Gabriele e Napoleone nella mezzanotte più nera che la Locride ricordi. Pasquale, Francesco, Giuseppe, Luigi, Gabriele e Napoleone, compaesani di un Paradiso conquistato in una domenica di Novembre… una lieve pioggerellina rendeva viscida l’incompiuta della Limina, la maledetta. Pochi passanti. Un solo destino provvisorio.
Sempre insieme, da qualche parte
Autore:
Ercole Macrì
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