40 anni di veleni chimici a Siderno bastano?

Dom, 10/02/2019 - 17:40

Il prossimo anno saranno 40 anni di presenza di fabbriche chimiche a Siderno, a partire dalla ex-BP, chiusa da molti anni, per finire alla SIKA ancora attiva.
La BP ha lasciato un ricordo indelebile nella storia, “la fabbrica della puzza” e, ancor peggio, dei rifiuti abbandonati, pericolosi, in bidoni aperti e con materiali cancerogeni o teratogeni, ecotossici, se non esplosivi.
Si è in attesa di comprendere l’origine delle sostanze pericolose, anche queste cancerogene trovate sia nei piezometri della SIKA, come risultato dei controlli obbligatori effettuati dalla stessa azienda e confermati dall’Arpacal, sia in pozzi privati, costretti alla chiusura, causa gravi rischi per la salute dei proprietari.
Aspettiamo tutti, da più di due anni, dal novembre 2016, che si arrivi a una conclusione e si intervenga in mondo approfondito per disinquinare le acque ed eliminare la sorgente inquinante.
Sul problema SIKA ne parleremo appena avremo i risultati del campionamento effettuato in questi mesi, da agosto a novembre 2018, con i lavori di caratterizzazione della zona inquinata nell’area di Pantanizzi, vinti da una ditta di Lecce a febbraio, ma iniziati ad aprile, sospesi per non ottemperanza alle prescrizioni tecniche e poi ripresi ad agosto 2018.
Non mi soffermo più di tanto, ma i dati delle analisi, arrivati in Comune il 24 gennaio, ancora non sono stati portati a nostra conoscenza, siamo in attesa che in Comune vengano analizzati dall’Ufficio Tecnico, e poi ci vengano consegnati, come ci ha riferito, in questi giorni, la Commissaria Governativa, dottoressa Matilde Mulè, sempre disponibile a incontrarsi con noi.
Mi accorgo che i tempi in Calabria sono sempre infiniti, sono un elastico che non si rompe mai, si allunga lentissimamente, non si spezza e passano gli anni e ti trovi sempre in attesa che le situazioni si risolvano da sole.
Abbiamo case sempre in costruzione, per figli che non le abiteranno mai, autostrade e strade da completare, ospedali costruiti e mai utilizzati (Gerace), ascensori per anni in attesa di essere riparati (Locri), ferrovie appena da terzo mondo, e io mi preoccupo per 10 -15 giorni di ritardo nella consegna di analisi di un campionamento di pozzi e terreni inquinati da sostanze cancerogene?
Ma che fretta c’è? Sono 16 anni che si è in attesa di completare lo smaltimento dei bidoni e cisterne che emettono vapori maleodoranti, se non tossici, della BP.
Ho fretta, ho maledettamente fretta perché sono passati 3 anni da quando con Pino Ieraci e Celestino Napoli siamo andati in Comune a parlare della SIKA con Anna Romeo, allora Assessore all’Ambiente del Comune, e poi con Piero Fuda, il Sindaco, e mi si sono spalancati davanti anni di abbandono, incuria, per non dire menefreghismo degli enti, dal Comune alla Regione, di fronte a un incubo incombente e documenti che parlavano chiaro: la BP è da bonificare dal 2003, primo e parziale smaltimento dei rifiuti e bidoni aperti o corrosi, ivi rimasti dopo la chiusura nel 1994.
A settembre 2016, appena acquisita la documentazione della Regione del 2003, noi del Comitato, abbiamo consegnato al Sindaco una relazione, con tutte le sostanze chimiche presenti nella BP, con i rischi che si correvano a lasciare quel luogo incustodito, alle intemperie del tempo e agli svolazzi di puzze e veleni, alla mercé del vento e del caldo.
Il Sindaco Fuda, subito si è attivato, inoltrando la documentaziome a Catanzaro.
La popolazione è subito informata ed è preoccupata.
Incontri in Regione, visite alla BP, altre indagini di Vigili, Arpacal, ASP e altri: sembra che il tempo debba aspettare i comodi nostri, lasciando che la “brezza” che fuoriesce dai fusti rotti e corrosi incida sulla vita e sulla salute dei residenti.
Ecco perché ho fretta, il tempo delle nostre vite non è infinito e non lo fermiamo noi con i nostri dibattiti, le nostre chiacchiere sul più e sul meno, il nostro tranquillo tran-tran, la nostra nonchalance, la nostra pigrizia e il nostro prendere la vita con indolenza, trascurando i problemi urgenti e indifferibili, tanto ci pensa il Dio onnipotente.
Siamo o non siamo i filosofi della Magna Grecia?
La Regione chiede di preparare la documentazione per la bonifica; a inizio 2018 si invia una prima richiesta di circa 1 milione e 500 mila €. Troppo per la Regione. Viene chiesto di ridurlo drasticamente, si porta a 500 mila €, eliminando la risistemazione dell’area. Ma il dipartimento Ambiente della Regione dopo un tira e molla durato mesi, concede solo 300 mila €, in quanto aveva a disposizione 600 mila € per tutte le situazioni a rischio che potevano crearsi.
Potrebbe essere un primo passo, poi prospettano a voce che con il prossimo anno, 2019, potrebbero arrivare gli altri 200 mila € mancanti.
Bisogna tenere conto che al Governo precedente era stata inviata tutta la documentazione perché si attivasse, nemmeno all’interrogazione del 2016 dell’on. Nicola Fratoianni, ex SEL, hanno risposto.
Alla grande manifestazione cittadina dell’8 luglio 2017, proposta dal Sindaco Fuda, e organizzata da 70 gruppi e associazioni, erano presenti due parlamentari del M5S, gli onorevoli Federica Dieni e Paolo Parentela, intervenuti con un breve saluto. Mai più saputo niente.
In questi giorni, sotto la spinta dei Commissari Governativi, dovrebbe essere inviato dall’Ufficio Tecnico alla SUA il bando, ma tarato sui soldi attualmente disponibili, 300 mila. Basteranno? Non si sa, perché se non si inizia a lavorare, non si ha la certezza di quanti bidoni siano pieni, quanti a metà e quanti svuotati dallo “spirito” che li pervade, contento di svolazzare tra le case di Pantanizzi e Siderno; non si sa neppure se nel terreno ci siano perdite o altro.
Un primo passo aspettando che la Regione invii, prima possibile, quanto promesso, per avere la certezza che si possa chiudere questo problema e poi riprendere, con la stessa Regione, il capitolo SIKA, che attualmente è nella fase di indagine conoscitiva.
Sono convinto che anche i Commissari Governativi non staranno a guardare e faranno i passi necessari presso gli organi competenti.
Tre anni fa, come Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi, avevamo lanciato uno slogan “SidernoFreeChimica”, forse dopo tante assemblee e vittorie importanti, come l’inserimento di un Comma nello Statuto del Comune che vieta di aprire fabbriche altamente tossiche o pericolose per la vita e l’ambiente, un piccolo risultato l’abbiamo raggiunto.
Una lunga lotta, iniziata nel 1979, anno di insediamento della BP, contrastata dai coraggiosi e indomiti cittadini del Comitato ecologico di Pantanizzi e zone limitrofe, con manifestazioni, occupazioni del Comune, di cui si è scritto sui giornali locali e nazionali, una lotta approdata in Parlamento con interrogazioni di onorevoli, sembrava dovesse finire nel dimenticatoio.
Come allora e con gli stessi strumenti e iniziative, a piccoli passi, coinvolgendo i cittadini di tutto il paese e tutte le associazioni, anche questa volta stiamo liberando Siderno di una bomba ecologica. Sembrava quasi impossibile, eppure si sta concludendo questa storia, chissà se tra qualche mese si potrà scendere di nuovo in piazza per una festa liberatoria...
Il lascito più importante è di non scoraggiarsi mai, di superare stanchezze e difficoltà, anche a Siderno è possibile lottare e vincere.
Un ambiente sano significa salute, benessere e lavoro per tutti.
Sì, 40 ANNI BASTANO!

Autore: 
Francesco Martino
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