Burocrazia: il boia di Kaulon

Dom, 20/03/2016 - 12:54
L’Editoriale del direttore

Dondola pericolosamente sul parapetto. Su quel filo dove la storia e il mito mescolano le acque. Si aggiungerà presto alla lista dei nostri "benicidi". Non abbiamo scelto la rivoltella, nè la corda per finirla. L'antica Kaulon affogherà spinta in mare dalla burocrazia.
Le onde hanno iniziato pian piano a lambire le pietre per poi farsi strada a spiare nelle "stanze" del tempio, gonfiandosi di superbia. Un primo colpo a tradimento è stato sferrato nel febbraio 2014 provocando il parziale crollo del tempio su cui era già piantato un cartello di allarme rimasto inascoltato. Una coltellata vibrata che lasciò spazio allo sgorgare salmodiante della falsa preoccupazione, insopportabile nella sua solita deliquescenza. Sono trascorsi più di due anni da allora e l'antica Kaulon è rimasta penzoloni a fissare ogni giorno quei cieli avversi poggiati sul mare. Tremolante.
Mentre gli uomini cincischiavano facendo credere di essere impegnati a trovare una soluzione, l'entusiasmo avviluppante regalato dalla scoperta, nell'estate del 2013, del meraviglioso mosaico del drago - il più grande dell'epoca ellenistica - si andava allentando. Quel momento di rara felicità da zabaione nello stomaco faceva largo a una maionese impazzita.
Il velo di Maya fu sollevato e rimpiazzato da un volgare telo di plastica. Da più di due anni pezzi di Magna Grecia giacciono sotto uno strato di cellophane. E mentre qualcuno continua a elemosinare l'intervento dello Stato, nel tentativo di ottenere l'adozione di misure di tutela che in altri Paesi e per reperti di minore valore sono di ordinaria amministrazione, la maggioranza si lascia inondare dalla vigliacca accettazione della fatalità che esige che si chiudano gli occhi.
Ci troviamo continuamente nell'alveo delle eccezioni, in caselle che non sono di tutti. Ci sguazziamo dentro ignorando che i beni culturali, oltre ad ancorarci ad accoccolanti radici, sono il nostro petrolio, un asset prezioso per il rilancio del Sud. L'antica Kaulon è un museo a cielo aperto che ha 3000 anni di storia da raccontare ma non ha ancora trovato un pubblico disposto a mettersi comodo e ascoltare.
Lo scrisse già Strabone nel I secolo a.C. nel VI libro della sua Geografia: "Dopo il fiume Sagra c'è Caulonia, fondazione achea, prima detta Aulonia, per il vallone che è nei suoi pressi. Ora è abbandonata."

Autore: 
Maria Giovanna Cogliandro
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