Fuda ai cittadini: “Ho messo i bastoni tra le ruote a chi voleva conquistare Siderno”

Dom, 04/10/2020 - 13:00

Sabato scorso, all’Hotel President, si è tenuta una la conferenza stampa di Pietro Fida, già sindaco del Comune di Siderno, che ha dichiarato ai cittadini e alla stampa accorsa di essere attualmente candidabile e ha approfondito le motivazioni dello scioglimento del Consiglio Comunale nell’ambito della sua amministrazione. Su questo secondo argomento, Fuda ha sottolineato che lo scioglimento è stato a suo parere determinato sulla base di un sospetto, vista l’assenza di evidenze di esplicita infiltrazione, evenienza che renderebbe maggiormente urgente cambiare la legge sullo Scioglimento che, in tal modo, tiene sotto scacco gli Enti Comunali.
«La cosa che mi amareggia - ha detto Fuda - è che sono venute fuori intercettazioni (che io voglio far pubblicare dalla prima della campagna elettorale all’ultima prima dello scioglimento) nelle quali non c’è niente su di me, ma rendono chiaro che ci sono persone che hanno progettato di prendere Siderno e gli ha dato fastidio la mia candidatura.
«Non solo - prosegue Fuda, - i ROS avrebbero delle intercettazioni che potevano permettere di venire a capo della tanica lasciata vicino all’auto del dottore Mammì. Evenienza che mi fa pensare che l’obiettivo vero non fosse sciogliermi, ma farmi arrestare.»
Anche le interrogazioni parlamentari, è stato affermato, hanno creato sconforto nell’ingegnere, perché non c’è stato alcun seguito e nessuno si è ribellato in merito.
«Ho passato una vita a difesa della collettività e sono passato attraverso mille difficoltà, uscendone sempre indenne - ha affermato Fuda, - eppure, se pensiamo al caso della Bandiera Blu, è sintomatico che, anziché incitare i sindaci dei comuni viciniori ad adottare le medesime opere di bonifica che Siderno aveva realizzato per ottenere questo risultato, è stato sciolto il Consiglio Comunale che aveva raggiunto tale obiettivo». Lo Stato, ha proseguito l’ex primo cittadino, non è riuscito a rappresentare adeguatamente i cittadini nel varo di tante opere pubbliche.
«Si pensi all’impianto di San Leo: la puzza non è determinata dalla natura dell’impianto, ma dalla cattiva gestione di una società privata che doveva essere supervisionata dalla Regione, cosa che non è mai accaduta. E che dire della strada finanziata per 2 milioni e 80mila Euro che non è stata realizzata? I soldi dei cittadini, in quel caso, sono andati perduti perché, quando i lavori sono saltati, nonostante Veolia, che aveva l’appalto, abbia chiesto a chi doveva trasferire i fondi, la Regione non solo non ha risposto, ma non si è costituita nemmeno quando la società è fallita.»
Ampio spazio, nella parte conclusiva dell’incontro, per gli interventi della stampa e del pubblico, che hanno chiesto di approfondire diversi temi trattati durante il discorso fiume dell’ingegnere auspicando che il ritorno alle urne lo veda tra i protagonisti.

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