Il Festival “Tra Mito e Storia” sfida la pandemia e vince

Dom, 30/08/2020 - 19:00

La pandemia da Covid-19 ha seriamente messo a rischio la maggior parte dei classici eventi estivi organizzati nel nostro comprensorio. Ma se le sagre, le fiere, le feste patronali e persino qualche manifestazione musicale hanno dovuto cedere il passo alle nuove condizioni imposte dal mondo, una manifestazione che ha svolto regolarmente il proprio programma è certamente stata quella del Festival del Teatro Classico “Tra Mito e Storia”, che sta facendo vivere una seconda giovinezza al Teatro Greco Romano di Portigliola dopo decenni di abbandono.
Come sempre, è stato possibile realizzare la kermesse grazie all’instancabile impegno del primo cittadino Rocco Luglio, affiancato anche quest’anno dal direttore artistico Edoardo Siravo e dai ragazzi della macchina organizzativa, che hanno donato al pubblico non solo l’ennesima manifestazione di grande qualità, ma anche momenti più che mai necessari di svago. Anche se, per le note ragioni di distanziamento sociale, non si sono ovviamente potuti registrare i grandi numeri della scorsa edizione, il Festival, che ha conquistato il primato di prima rassegna teatrale a ripartire dopo la pandemia, è comunque andato in archivio con uno strepitoso successo, forte soprattutto della sua capacità di innovare (e rinnovarsi) che lo ha convinto a ospitare spettacoli davvero indimenticabili.
Elisabetta Pozzi, alla quale è stata affidata l’anteprima con la sua straordinaria “L’ultima notte di Elena”, ha riscaldato il pubblico con un tutto esaurito che è stato poi replicato, per ben due sere di fila, dallo straniante “Edipo Re” di Bernardo Migliaccio Spina, rivisitazione del classico sofocleo che ha dimostrato le qualità degli allievi della Scuola Cinematografica della Calabria. Antonio Tallura, ormai legato a doppio filo alla manifestazione, è dunque tornato a calcare il palco del Teatro di Portigliola con una partecipatissima “contemplazione lirica” della volta celeste con il suo “E (ri)uscimmo a riveder le stelle”, singolare spettacolo che ha sputo unire in maniera sapiente la poesia all’astrofisica grazie alla partecipazione di Marco Romeo. Dopo il successo dello scorso anno è stata dunque riproposta la formula dello spettacolo al tramonto, sdoganata dal Teatro Classico di Siracusa, con una spassosissima “Aulularia” portata in scena dall’eccezionale Massimo Venturiello, cui è seguito l’ormai tradizionale appuntamento all’alba di Ferragosto (che invece è stato proprio il Teatro di Portigliola a sdoganare nei restanti teatri all’aperto) che ha visto tornare sul palco Vito Cesaro e Claudio Lardo che, assieme al baritono Carmine Monaco, hanno riproposto i più divertenti sketch del teatro meridionale. Uscendo dal classico schema delle rappresentazioni teatrali, la più particolare delle serate dell’edizione 2020 del Festival è certamente stata il travolgente concerto di Dodi Battaglia che, dimentico dell’età che avanza e pronto anche lui a ripartire in seguito al lockdown, ha intrattenuto il pubblico accorso nell’area antistante al teatro ripercorrendo la sua straordinaria carriera musicale al fianco dei “Pooh”. Ritornati tra le accoglienti braccia del Teatro Greco Romano, ci si è dunque avviati verso il finale con lo straordinario “Prometeo” di Patrick Rossi Gastaldi, rilettura del classico di Eschilo che ha visto tornare sul palco lo straordinario direttore artistico Siravo. Ultimo, ma non certo per importanza, “Storia di un attore” spettacolo andato in scena mercoledì scorso durante il quale il grande regista teatrale Antonio Calenda ha ripercorso la propria carriera affiancato sul palco dagli immensi Francesca Benedetti, Germano Mazzocchetti, Dodo Gagliarde e Antonio Tallura, venendo, al termine della serata, insignito del Premio Tessalo, con il quale la direzione del Festival premia da due anni gli ambasciatori della cultura classica nel mondo.
Un’edizione che, sfidando ogni pronostico, è rimasta certamente impressa nelle menti di tutti i partecipanti e che, per come detto durante la serata finale da Filippo Amoroso, costituisce solo il ricco antipasto di una stagione 2021 che, ci auguriamo, possa essere ancora più ricca e meno vincolata alle norme anticovid.

Autore: 
Umberto Landi
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