Nuovi dettagli spuntano sull'inchiesta denominata "Saggezza".Vi sarebbe, infatti, un'informativa dell'Arma, resa nota solo recentemente, che farebbe pensare ad uno stretto legame tra massoneria e 'ndrangheta della Locride. In particolare spunta la figura di un uomo denominato "professore" che avrebba vantato solidi legami con ambienti altolocati della società criminale e non. Da un intercettazione risulterebbe che il professore avrebbe fatto un "favore" al presunto boss di Canolo Giuseppe Raso. L'operazione "Saggezza", coordinata dal pm De Bernardo e dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri,che ha portato nel novembre del 2012 all’arresto di una quarantina di soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa e altri gravi reati, nonché al sequestro preventivo di alcune aziende il cui valore si aggira intorno al milione di euro. Gli inquirenti avrebbero accertato l’esistenza e l’operatività di cinque “locali” riferibili alle municipalità di Antonimina, Ardore, Canolo, Ciminà e Cirella di Platì. In ognuno di questi territori ci sarebbero delle famiglie egemoni come i Romano, i Varacalli, i Raso, i Nesci e i Fabiano. Dietro le sbarre infatti, sono finiti gli esponenti principali. La Direzione Distrettuale Antimafia ha inoltre svelato l’esistenza della “Corona” ossia una sovrastruttura che per gli investigatori sarebbe stata guidata dal “capo corona” Vincenzo Melia, con Nicola Nesci e Nicola Romano, considerati entrambi "capo consigliere", tutti attualmente sotto processo insieme agli altri imputati che si sta svolgendo con il rito ordinario dinnanzi al Tribunale Collegiale di Locri. Nell’indagine “Saggezza” i Carabinieri hanno individuato una serie di illeciti commessi nella gestione e nel controllo di attività economiche nel settore edilizio, nel movimento terra e nel taglio boschivo in località aspromontane.