Kaulon: ormai rassegnati a vedere i reperti inghiottiti dal mare

Gio, 08/09/2016 - 16:33

Iniziano le prime piogge, fra qualche mese anche le mareggiate. Durante l’estate  la solita spazzatura stazionava all’ingresso sud del Parco Archeologico di  Kaulon. I “draghi e i delfini” del pavimento mosaicato delle terme, scoperti nel 2012 dal dott.  Francesco Cuteri con la sua equipe di giovani archeologi e volontari, probabilmente dovranno rassegnarsi  ad essere sommersi dall’avanzata del mare. Si attendono infatti ancora i lavori per la messa in sicurezza del fronte dunario che ancora li protegge: fino a quando? Sappiamo che sono in corso degli studi, ma un minimo di informazione in più sarebbe molto gradita ai cittadini che ogni anno attendono  l’inizio dei lavori.
Intanto una nota positiva: come già annunciato, sono ripresi gli scavi a cura dell’Università “Johan Gutemberg” di Mainz, cittadina vicino Wiesbaden o Hockenheim, per chi è appassionato di F1.
Lo scavo attuale ha come obiettivo quello di portare alla luce  il tracciato di una strada che dovrebbe, secondo i rilievi effettuati lo scorso anno, attraversare Kaulonia da est ad ovest, iniziando così a capire la sua struttura urbanistica.
Ricordiamo che c’è stata già una campagna scavi durata 15 anni a cura della Soprintendenza Archeologica della Calabria, della  Scuola Normale  e dell’Università di Pisa, di Firenze e di Reggio Calabria, portata avanti sul campo dalle prof.sse Cecilia Parra, Lucia Lepore e dai loro studenti,  dalla dott.ssa Maria Teresa Iannelli, già direttore Museo, e dal dott. Cuteri, scavi che hanno riscritto la storia di Kaulonia che era rimasta ferma alle prime scoperte di Paolo Orsi  all’inizio del secolo scorso.
Giovanni Scarfò
Presidio Italia Nostra Monasterace

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