YMCA, palestra di vita per tutti i sidernesi

Lun, 09/05/2016 - 12:58

«Il giorno che arrivarono le baracche noi ragazzi ci arrabbiammo da morire. In quello spazio lì noi giocavamo a “fallo”».  Racconta così gli albori dell’YMCA a Siderno, Diego Tamburrini che mi spiega anche che il fallo  era una sorta di pallone realizzato con una calza da donna riempita di giornali e stracci.
Era il giorno di pasquetta del 1948 quando l’YMCA sbarcò a Siderno per diventarne sin da subito il principale luogo di aggregazione e di crescita. “È qui che avvennero i primi scambi tra generazioni: i vecchi imparavano dai giovani e viceversa. È qui che operai e professionisti si incontrarono e iniziarano a guardarsi con occhi diversi”.
I ricordi di Diego si soffermano poi su Guido Graziani, il primo segretario dell’Ymca di Siderno, nonchè padre degli sport americani nel nostro Paese. “Era una persona favolosa. Lo vidi per la prima volta quando, nei giorni successivi all’arrivo delle baracche, con gli altri ragazzi andavamo a sbirciare curiosi. Graziani era stato l’allenatore della squadra maschile di basket in vista del suo debutto olimpico a Berlino nel 1936. In quell’occasione la condusse a un’onorevole 7^ posizione, risultato costruito in soli quaranta giorni di preparazione a Riva del Garda. Sono stato uno dei suoi prediletti perché seguivo alla lettera i suoi consigli. Lo chiamavano “il camminante” perchè era lui che andava a cercare fondi per mettere su le baracche. Noi ragazzi dell’epoca ricordiamo Graziani con grande affetto perchè ci ha portato dei giochi che non conoscevamo: dama cinese, scacchi, ping pong. Ma soprattutto ci ha insegnato a giocare a basket”. Diego Tamburrini non riesce a ricordare un episodio della sua vita che non sia legato all’YMCA, avendovi trascorso moltissimi anni, prima da cadetto, poi da leader, quindi da membro del consiglio direttivo e, infine, da segretario, per ben 36 anni, dal ‘61 al ‘97.
Ed è proprio in qualità di segretario dell’YMCA che Diego Tamburrini è stato ricevuto alla Casa Bianca da Leon Panetta, oltre a essere stato tra i 1200 congressisti dell’YMCA a incontrare la regina Elisabetta. Ma su questo non vuole soffermarsi a discutere perchè i suoi ricordi più belli sono legati a quello che è stata l’YMCA a Siderno.
Diego ha assistito a tutte le grandi trasformazioni fisiche dell’associazione (costruzione del chiosco bar e suo ampliamento, pavimentazione dei campi, recinzione delle superfici esterne, creazione delle attività commerciali: bar, pizzeria, ristorante, servizio spiaggia), realizzate grazie agli utili ottenuti dalle attività economiche e, soprattutto, all’immancabile forza lavoro dei giovani associati. “Eravamo una squadra giovanile forte e capace che tanto ha dato affinchè, grazie all’YMCA, Siderno potesse crescere”.
Tra i vari programmi dell’YMCA - che, com’è noto, mettono in pratica i principi cristiani e si impegnano a curare lo spirito, la mente e il corpo -  erano comprese le lezioni private di pregevoli letterati come Walter Pedullà e Armando La Torre, di rinomati professori  universitari come Enzo Gentile, Domenico Alvaro e i fratelli Tutino. “Non c’è ragazzo che sia passato dall’YMCA senza essersi migliorato, acquisendo una marcia in più” - dichiara con grande fermezza e orgoglio Diego. Lui si è sempre dato da fare perchè lo spirito dell’YMCA si conservasse integro, cimentandosi in prima persona nei mestieri più disparati. “Ho imparato a guidare il camion, contenendo così le spese di trasporto del materiale che serviva, ho preso il brevetto da bagnino per risparmiare sul servizio spiaggia, mi sono occupato personalmente della gestione del bar, ho imparato da Enzo Strati a fare il gelato”.
Diego aveva molto a cuore l’educazione dei ragazzi e insegnava loro anche a farsi valere. “Raccomandavo a chi era di turno al bar che quando arrivava un cliente e si rivolgeva dandogli del tu, di ricambiare il tu, così immediatamente il tizio in questione sarebbe tornato sui suoi passi e avrebbe dato del lei. Perchè, anche se ti rivolgi a un ragazzo, se vuoi rispetto, devi mostrare rispetto”. Diego ricorda poi quando con i ragazzi si spostavano per le trasferte di basket. “Quando andavamo in giro gli compravo la divisa più costosa che c’era, perchè dovevamo fare bella figura. Una volta siamo andati a giocare a Catanzaro; alla fine della partita ho portato i ragazzi in ristorante. Non c’era uno che sapesse comportarsi a tavola. Promisi loro che non li avrei più riportati se prima non avessero imparato. Si sono allineati tutti!”. Diego è stato un buon maestro per le tante generazioni che sono passate dall’YMCA di Siderno; gli chiedo, quindi, cosa l’esperienza dell’YMCA ha, invece, insegnato a lui. Con due lucciole negli occhi mi risponde: “L’YMCA mi ha insegnato a vivere, rendendomi un uomo migliore”.
Oggi Diego vorrebbe tanto mettere insieme i ricordi e le esperienze personali di ciascuno per ricostruire, in base al vissuto, il ruolo dell’YMCA per la comunità sidernese. Il risultato del lavoro sarà inviato alle altre associazioni italiane e, quindi, una volta tradotto in lingua inglese, alle associazioni dei paesi più poveri, dove potrà servire da esempio per la crescita civile delle piccole comunità. Pertanto invita tutti coloro che hanno frequentato l’YMCA a collaborare, scrivendo pensieri, esperienze personali e fornendo eventuale materiale per ricostruire la storia dell’Associazione sidernese a [email protected]

Autore: 
Maria Giovanna Cogliandro
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