Pino Mammoliti sul caso Locri: “Le parole dette e le parole scritte”

Lun, 20/03/2017 - 19:37

Chi ha imbrattato i muri di Locri con scritte ridicole e volgari, ha macchiato in modo squallido memoria e speranza insieme.
Certo la visita del Presidente della Repubblica al netto di ogni pretesa ed ogni illusione, ha ridestato una coscienza civile mai sopita che scuote la vita di noialtri purtroppo a fasi alterne.
Belle e sentite le parole pronunciate da tutti, nessuno escluso, domenica scorsa; ma rimarranno solo parole?
Il Presidente ha parlato di lavoro, legalità, dignità, ha rimarcato il tema più avvertito da Locri a Trento: liberare l’Italia e la Locride dalla palude della zona grigia che in questa terra è assoluta padrona.
Associarsi allo sdegno nei confronti di chi ha scritto frasi idiote è cosa saggia e giusta.
Ma una considerazione a margine della indignazione è pure opportuno farla.
Da trent’anni la Calabria e la Locride chiedono lavoro, speranza, presenza dello Stato, senza ottenere grandi risposte.
L’idiota che ieri ha scritto da par suo “più lavoro e meno sbirri” nel tentativo ingeneroso di offendere le forze dell’Ordine e Don Ciotti, avrebbe dovuto scrivere solo: “più lavoro”.
Se così fosse stato, nessuno si sarebbe indignato e noi che di questa italietta siamo diventati, in un sol giorno la speranza e la macchietta, non saremo balzati agli onori della ribalta nazionale.
Tra l’annuncio di lavoro  fatto da sei lustri dai vari rappresentanti Istituzionali e la richiesta fatta dall’idiota, che differenza c’è?
Se l’Italia e la locride, che hanno il compromesso nel sangue perché nel sangue hanno l’equivoco, di quel liquido nutrono la palude grigia e gli idioti spezzando i sogni e le speranze dei giovani e degli onesti.

Pino Mammoliti

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